L’ipnosi – che nell’immaginario collettivo è vista come una pratica manipolatoria dai tratti esoterici – è in realtà uno strumento che con ampio riconoscimento scientifico offre considerevoli opportunità terapeutiche. Di fatto, l’ipnosi è uno stato di coscienza speciale, caratterizzata da un aumento dell’assorbimento dell’esperienza interna e da una riduzione della percezione dell’ambiente esterno, con una conseguente riduzione dell’interazione con esso.
L’ipnosi è un fenomeno naturale poiché ciascuno di noi quotidianamente sperimenta degli stati di trance spontanei:
- Protettiva da stanchezza e noia: quando abbiamo lavorato tanto o siamo particolarmente annoiati, la mente comincia a produrre immagini che catturano la nostra attenzione, permettendoci così di distaccarci dal mondo esterno e di riposare o, nel caso della noia, attivare processi di pensiero produttivo.
- Da assorbimento: tutte le volte in cui, leggendo un libro o guardando un film, siamo totalmente assorbiti dalle immagini che la visione del film o la lettura evocano, diventiamo disinteressati a tutte le altre possibili stimolazioni esterne.
- Da concentrazione quando ad esempio siamo immersi nello studio o stiamo svolgendo un lavoro o una performance importante e nulla di ciò che accade nel mondo esterno ha effetto distraente.
- Creativa come quando il pittore nel produrre la propria arte sembra immettersi in un mondo altro o come l’attore che, per entrare nella parte del personaggio, viene totalmente assorbito dall’immagine che deve rappresentare.
- Traumatica quando in una condizione di pericolo riusciamo ad attivare risorse fisiche e mentali non ordinariamente note.
Si tratta di situazioni di trance spontanea dagli esisti vantaggiosi per l’individuo in quanto permettono di ottimizzare /potenziare le risorse della persona che vive l’esperienza.
La trance spontanea diventa, invece, svantaggiosa in alcuni casi specifici come:
- nell’ansia da prestazione (quando diventa eccessiva) in cui l’assorbimento avviene rispetto al futuro ed agli esiti infausti immaginati, sottraendo così l’attenzione al momento presente ed alle risorse attivabili per la gestione del compito.
- Shock: quando un evento traumatico diventa talmente paralizzante che impedisce l’attivazione del pensiero e dell’azione.
- Dipendenze ed abitudini: in tutte le dipendenze o le cattive abitudini la persona agisce il comportamento compulsivo in una condizione di trance (negativa) orientata al presente, che fa perdere di vista gli effetti negativi a lungo termine del comportamento. Anche, ad esempio, il fumatore vive delle trance ripetute tutte le volte che aspira una sigaretta.
L’altra forma di ipnosi è quella indotta, ossia quando un professionista, opportunamente formato, in maniera guidata induce lo stato di trance con la finalità di attivare importanti cambiamenti psicologici, emotivi e comportamentali nel paziente.
Nello stato di trance spontanea la persona attiva le potenzialità della propria mente, ma senza averne un controllo. Nell’ipnosi indotta, invece, è il professionista che guida l’individuo nella conoscenza, nel potenziamento e nel direzionamento volontario delle risorse necessarie a gestire emozioni, comportamenti e abilità.
Cosa succede grazie all’esperienza ipnotica?
Sussiste una fissazione dell’attenzione grazie alla quale è possibile concentrare le risorse mentali verso uno specifico stimolo proposto dall’ipnotista. Ciò consente, parallelamente, di depotenziare alcuni meccanismi logico-razionali (emisfero sx) a favore di una maggiore attivazione dell’emisfero destro, deputato all’apprendimento inconscio. Tutto ciò va ad esitare poi nella elaborazione di una risposta ipnotica, ossia in un comportamento adattivo migliore.
Facciamo un esempio concreto per meglio comprendere quanto esplicitato: immaginiamo un uomo con la fobia di guidare l’auto, potremmo, attraverso l’induzione ipnotica, fargli in primo luogo sperimentare il rilassamento muscolare e quindi corporeo, provando così a fissare la sua attenzione sul benessere che il suo corpo sta sperimentando e sulla sua capacità di lasciarsi andare, ciò permetterà altresì di allentare, in maniera progressiva, la tensione generata dal pensiero e dalla razionalità. In seconda battuta, mantenendo lo stato di trance ipnotica e di rilassamento profondo, possiamo “accompagnare” il paziente ad avvicinarsi gradualmente allo stimolo ansiogeno: sta solo immaginando e sa di non correre alcun pericolo, pertanto può lasciarsi andare nel vissuto. Ciò produce un apprendimento inconscio: ciò che ho immaginato può esistere, io posso imparare a rilassarmi, mentre sto guidando. In questo modo potrà progressivamente attivare la risposta ipnotica; comincio a mettere in campo le risorse attivate durante la trance ed – in modo quasi ipnotico – reitero il comportamento virtuoso nella vita di tutti giorni.
La grandissima utilità dell’ipnosi risiede, dunque, nella capacità di attivare apprendimenti inconsci (grazie al coinvolgimento dell’emisfero destro), arrivando così più rapidamente ed in modo più profondo alla risoluzione dei comportamenti patologici, tutto ciò attingendo dalle risorse (più o meno attive) del paziente stesso.
Dott.ssa Antonina Megna , Dott.ssa Serena Pedi
Psicoterapeute – Ipnotiste